Non si tratta di un falso mito ma di un fatto: le prugne sono in grado di risolvere problemi di stitichezza. Il merito è della fibra e del sorbitolo, un polialcol che nell’intestino trattiene e richiama acqua.
Prugne secche Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile |
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Parte edibile (%) |
88 |
Energia (kcal): |
236 |
Acqua (g) |
29,3 |
Proteine (g): |
2,2 |
Lipidi (g): |
0,5 |
Carboidrati disponibili (g): |
55 |
Zuccheri solubili (g): |
55 |
Fibra totale (g): |
8,4 |
Prugne secche Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile |
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Potassio (mg): |
824 |
Manganese (mg): |
0,3 |
Vit. B6 Piridossina (mg): |
0,2 |
Vit. A Retinolo eq. (µg): |
19 |
Vit. K (µg): |
59,5 |
Storia e botanica delle prugne secche
Le prugne, o susine, sono il frutto di diverse piante appartenenti al genere Prunus. Tra le più importanti a livello commerciale si ritrovano il Prunus domestica, noto ai più come susino Europeo e il Prunus salicina o susino cino-giapponese. Le varietà maggiormente destinate alla produzione di prugne secche provengono dal susino Europeo.
Aspetti nutrizionali delle prugne secche
La più nota tra le proprietà di questo frutto è l’effetto lassativo e, in effetti, la capacità di svolgere questo ruolo è documentata anche in letteratura scientifica. I composti che spiegano tale capacità sono essenzialmente la fibra e il sorbitolo, un polialcol che nella versione disidratata è contenuto fino a 5-10 volte in più rispetto al frutto fresco. Questo raggiunge indisturbato la parte finale dell’intestino e, grazie ad un processo fisico detto osmosi, è in grado di trattenere e richiamare acqua conferendo alle feci una consistenza più morbida che agevola l’evacuazione.
Se rispetto al frutto fresco hanno spiccate doti lassative, le prugne secche perdono in sostanze fenoliche e contengono molti più zuccheri. Per questo motivo occorre non esagerare con le quantità, mantenendosi intorno ai 30 grammi, e prediligere il consumo fresco del frutto quando questo è di stagione (da giugno ad ottobre).
Scienza degli alimenti
Da una meta-analisi condotta qualche anno fa è emerso come le prugne secche siano in grado di apportare benefici alla salute delle ossa. In pratica le rafforzano e sono quindi utili per prevenire l’osteoporosi, patologia dello scheletro che rende le ossa fragili. Purtroppo nella stessa ricerca non si è riuscito a darne spiegazione, ma in una revisione più recente sono state avanzate alcune ipotesi. Il merito sembrerebbe derivare dal contenuto di alcune vitamine e minerali. In particolare, la vitamina K, particolarmente abbondante nel frutto secco, è in grado di promuovere la mineralizzazione ossea; il boro, un microelemento presente in tracce nell’organismo, riduce l’escrezione urinaria del calcio e del magnesio; infine, il potassio può aiutare a mantenere la densità minerale ossea, fattore importante per garantire il buono stato dello scheletro.

Suggerimento
Le prugne secche possono essere consumate come un valido spuntino spezza-fame oppure come ingredienti anche in preparazioni salate.