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Effetti del consumo quotidiano di mandorle sul rischio cardiometabolico e sull’adiposità addominale negli adulti sani con livelli elevati di colesterolo LDL: uno studio controllato randomizzato

Uno studio d’intervento nutrizionale, cross-over, randomizzato con le mandorle protagoniste

Berryman CE et al, Journal of the American Heart Association, 2015

Effetti del consumo quotidiano di mandorle sul rischio cardiometabolico e sull’adiposità addominale negli adulti sani con livelli elevati di colesterolo LDL: uno studio controllato randomizzato

Numerose evidenze scientifiche dimostrano costantemente che il consumo di mandorle influisce positivamente sui livelli sierici di lipidi e lipoproteine. Le mandorle, tuttavia, non sono mai state analizzate in un regime di alimentazione controllata, che usa un modello dietetico con una sola sostituzione di alimento con contenuto calorico equivalente, per valutarne gli effetti specifici sui fattori di rischio cardiometabolico.

In uno studio cross-over randomizzato a 2 periodi (6 settimane a periodo) a somministrazione controllata, effettuato su 48 individui con livelli elevati di LDL-C (149 ± 3 mg/dl), una dieta ipocolesterolemizzante con mandorle (1.5 once di mandorle/giorno, cioè circa 40 grammi) è stata confrontata con una dieta identica con una sostituzione isocalorica con muffin (0 mandorle/giorno). Le differenze nei profili nutrizionali della dieta di controllo (58% CHO, 15% PRO, 26% di grassi totali) e di quella con mandorle (51% CHO, 16% PRO, 32% di grassi totali) erano dovute ai nutrienti di ciascuno snack; le diete non differivano nei livelli di grassi saturi o di colesterolo. La dieta a base di mandorle, confrontata con quella di controllo, ha determinato una riduzione dei livelli di non-HDL-C (-6.9 ± 2.4 mg/dL; p = 0.01) e di LDL-C (-5.3 ± 1.9 mg/dL; p = 0.01); mentre, la dieta di controllo ha portato ad una riduzione dell’HDL-C (-1.7 ± 0.6 mg/dL; p < 0.01). Il consumo di mandorle ha anche diminuito il grasso addominale (-0.07 ± 0.03 kg; p = 0.02) e degli arti inferiori (-0.12 ± 0.05 kg; p = 0.02), sebbene non abbia alterato il peso corporeo totale.

In conclusione, le mandorle sono state in grado di ridurre i livelli di non-HDL-C, di LDL-C e l’adiposità addominale, tutti importanti fattori di rischio per le disfunzioni cardiometaboliche, pur mantenendo stabili le concentrazioni di HDL-C. Pertanto, un consumo quotidiano di mandorle (circa 40 grammi), in sostituzione ad uno spuntino ad alto contenuto di carboidrati, può rappresentare una semplice strategia dietetica per prevenire l’insorgenza di malattie cardiometaboliche in individui sani.